Ad aprire il concerto dei Queens of the stone age si presentano i The Amazons, giovane band inglese molto interessante; suonano un rock contemporaneo che non è dispiaciuto affatto ai 6000 presenti a Piazza del Duomo.
I qotsa, al loro ingresso, hanno fatto da subito capire ai presenti che la serata sarebbe stato molto movimentata aprendo il concerto con Little sister anticipata da un intro estratto dalla colonna di Conan il barbaro.
Josh Homme è in perfetta forma, si muove come un’anguilla e aizza il pubblico; Troy Van Leeuwen alla chitarra, Dean Fertita alla tastiera, Michael Shuman al basso e Jon Theodore alla batteria lo accompagnano alla perfezione.
Tutto il pubblico canta il ritornello di Make it wit Chu e prima del gran finale Josh chiede più volte:
Do you wanna dance, motherfuckers?
A quel punto partono in fila Go with the flow, No one knows e A song for the dead insieme a un pogo non troppo esagerato; in fondo il pubblico era composto per lo più da un gregge di nostalgici (come me) rockettari ultraquarantenni che nonostante gli acciacchi non vedevano l’ora di rispolverare la vecchia t-shirt da concerto e mettere alla prova le proprie ginocchia saltando e muovendosi per 2 ore.
Questa la scaletta:
- Little Sister
- In My Head
- Smooth Sailing
- My God Is the Sun
- Negative Space
- If I Had a Tail
- Paper Machete
- Time & Place
- I Sat by the Ocean
- Suture Up Your Future
- Misfit Love
- Make It Wit Chu
- Carnavoyeur
- Monsters in the Parasol
- You Think I Ain’t Worth a Dollar, but I Feel Like a Millionaire
- Sick, Sick, Sick
- The Lost Art of Keeping a Secret
- Go With the Flow
- No One Knows
- A Song for the Dead
Credo che in questa lenta morte del rock i qotsa siano un toccasana che consiglio a tutti voi motherfuckers!
